Gianfranco analizza i giochi come portatori di modelli sociali e culturali, e sostiene la necessità di proporre giochi che escano dalla mentalità dominante di riferimento.
Roberto esplora la relazione tra l’attore e il giovanissimo spettatore che si sviluppa durante lo spettacolo, e rifiuta la concezione del suo lavoro come qualcosa che sia solo in funzione del futuro.
Roberto ribadisce l’importanza di considerare bambini e adolescenti come individui a tutti gli effetti con pieni diritti e non solo come entità in divenire.
A partire dalla suggestione di Silvestro riflette sulle responsabilità dell’adulto nei confronti del mondo dell’infanzia e sull’importanza dell’onestà nella relazione con essa.
Silvestro racconta della sua esperienza e delle difficoltà riportate nel portare il gioco del teatro nell’ambito della scuola dell’infanzia, in cui il corpo e la sfera emozionale sono fulcro.
Mamadou spiega come l’educazione sia intrinsicamente legata al tema del viaggio e dell’esplorazione, e al gioco e al racconto come bisogni ed elementi fondamentali nella formazione della persona.
A partire dalla suggestione di Gianfranco, Silvestro, Madadou e Diana discutono sul concetto di ribaltamento delle parti e della flessibilità delle regole nell’ambito del gioco popolare.